Benvenuti e benvenute su Il Chiostro, la newsletter mensile rivolta alla comunità di alumnae e alumni della Scuola Normale, per rimanere in contatto con Pisa, condividere ricordi, conoscere i rispettivi traguardi e percorsi ed essere aggiornati/e sulle attività dell’Associazione Normalisti.
In questo numero:
Un’intervista esclusiva al prof. Dario Neri
La presentazione della Classe di Scienze Politiche e Sociali (a Firenze!)
New da Pisa (organizzata la 15-esima edizione della 24h di biliardino!)
Aggiornamenti sull’Associazione
Intervista a Dario Neri
Per aprire questo secondo numero, abbiamo deciso di intervistare un ex-alunno della Scuola, il chimico Dario Neri.
Dario Neri è nato a Roma nel 1963. Ha studiato Chimica alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha poi conseguito un dottorato di ricerca in Chimica presso lo Swiss Federal Institute of Technology (ETH Zürich), sotto la supervisione del professor Kurt Wüthrich (Premio Nobel per la Chimica nel 2002). Dopo aver lavorato a Cambridge con Sir Gregory Winter (Premio Nobel per la Chimica nel 2018), è dal 1996 professore presso l'ETH Zürich nel 1996. Parallelamente, ricopre anche il ruolo di amministratore delegato e direttore scientifico di Philogen, una società biotecnologica svizzero-italiana da lui co-fondata e specializzata, tra l’altro, nell’ingegnerizzazione di anticorpi terapeutici per la terapia del cancro. Dario Neri è autore di oltre 450 articoli scientifici e vincitore di numerosi premi internazionali.
Al Chiostro ha raccontato le tappe della sua carriera, segnata dall’indelebile ricordo e insegnamento degli anni in Normale.
Come si descriverebbe in poche parole facendo riferimento, per esempio, anche alla sua più recente posizione lavorativa o interesse accademico?
Sono un chimico che ha cercato di lavorare ad alti livelli, per tutta la vita, sia nella scoperta e sviluppo di farmaci che nello sviluppo di enabling technologies per la scoperta di farmaci. Sono professore all’ETH di Zurigo dal 1996. Quando nel 2021 abbiamo portato in borsa la Philogen (www.philogen.com; azienda italo-svizzera fondata da me e dai miei fratelli), ho chiuso il laboratorio dell’ETH (dove sono rimasto professore e dove continuo ad insegnare) e mi sono concentrato sulla Philogen (dove ricopro le cariche di CEO e CSO). Continuo essenzialmente a fare quello che facevo all’ETH, ma con un focus traslazionale più incisivo. All’interno del gruppo Philogen, pubblichiamo molto e su riviste importanti. Il lavoro e’ tipicamente coordinato da Group Leaders e con programmi di PhD industriale.
Qual è stata l’esperienza lavorativa più significativa per lei, quella in cui crede di essersi realizzato maggiormente o da cui le sono derivate maggiori soddisfazioni?
Per tutta la vita ho cercato di realizzare quello che era il sogno di Paul Ehrlich: Zauberkugeln (proiettili magici) che possano localizzarsi velocemente e in maniera selettiva nei tumori, risparmiando organi sani. All’interno del gruppo Philogen, abbiamo scoperto e sviluppato prototipi che hanno dimostrato un elevatissimo grado di selettività in pazienti oncologici. Questa rappresenta una delle mia maggiori soddisfazioni. Vorrei menzionare anche le attività che abbiamo svolto per lo sviluppo della tecnologia di DNA-encoded chemical libraries (che consente di costruire ed esaminare librerie chimiche con miliardi di molecole) e quelle relative al “vascular targeting” (i.e., targeting in vivo di vasi sanguigni neo-formati). Sono anche orgoglioso (indipendentemente da quello che sarà il risultato regolatorio) di aver portato farmaci alla conclusione di Studi Clinici di Fase III.
Cosa l’ha spinta a intraprendere la sua carriera? Ci sono state difficoltà particolari che ha dovuto superare, soprattutto all’inizio?
Ho avuto molti esempi in famiglia. Il mio bisnonno, Achille Sclavo, era stato il primo scienziato a sviluppare un antisiero per il trattamento del carbonchio nel 1899, nonché fondatore dell’azienda che portava il suo nome (ora parte del gruppo GSK). Il mio babbo è un chimico che ha lavorato sia in industria che in accademia. I consigli ricevuti dal Professor Piero Pino (che nel 1987 era supervisore esterno per la Chimica presso la Scuola Normale Superiore) sono stati importantissimi. Ho anche avuto due grandi maestri per il PhD e il mio lavoro di postdoc (Kurt Wüthrich e Sir Gregory Winter, rispettivamente), che hanno entrambi vinto il Nobel per la Chimica (nel 2002 e nel 2018). A Pisa, il mio supervisore (Renzo Rossi) era una persona molto professionale e gli sono ancora estremamente grato. Le difficoltà sono quelle che si incontrano in laboratorio. Nel mio campo, si vince di rado e si perde frequentemente.
C’è stata una circostanza particolare (un incontro, una scelta, un’esperienza, un consiglio) e/o un aspetto del suo modo di essere che crede sia stato determinante nel suo percorso?
Come dicevo al punto precedente, Piero Pino (che era stato co-firmatario dei brevetti “importanti” che avevano dato il Nobel a Natta, nonché professore a Pisa per 10 anni e all’ETH di Zurigo per 20 anni) veniva a Pisa una volta all’anno a parlare con i normalisti.
A me chiese: “Vorresti vincere il Premio Nobel o diventare Amministratore della Montedison?”.
Io risposi: “Se devo scegliere, vincere il Nobel”
Lui continuò: “Che cosa vorresti fare per vincere il Nobel?”
E io: “Mi piacerebbe scoprire farmaci importanti. Per poterlo fare, non basta saper fare sintesi organica, ma bisogna anche conoscere le proteine, che sono i bersagli dei farmaci”
Al che Pino replicò: “La struttura delle proteine si può studiare in cristalli o in soluzione. Cosa vorresti fare?”
“Se devo scegliere, preferirei in soluzione, visto che le proteine operano in acqua”, dissi io.
E Piero Pino: “Allora devi andare all’ETH di Zurigo, dove Kurt Wüthrich ha da poco dimostrato che si possono risolvere strutture 3D di proteine, mediante risonanza magnetica nucleare. Ti posso fissare un appuntamento con Kurt Wüthrich, ma il resto te lo giochi da te. Arriva davanti al suo ufficio 5 minuti prima, perché gli Svizzeri sono puntuali”.
Senza questo consiglio, la mia vita sarebbe andata in modo molto diverso.
Come ha influito la Normale (inclusi gli incontri fatti, le esperienze vissute, le competenze acquisite, etc.) sulla sua vita e attività lavorativa? Ha qualche ricordo o aneddoto di quel periodo che le piacerebbe condividere?
Avevo vinto il posto sia alla Normale di Pisa che al Ghislieri di Pavia. Alla fine ho scelto Pisa e, come anticipavo, i consigli di Piero Pino sono stati fondamentali. Mi spiace che sia morto prematuramente. Eravamo rimasti in contatto quando mi ero trasferito all’ETH nel 1987 e gli avevo scritto una lettera di ringraziamento, poco prima che morisse.
Ha incontrato molta competizione durante il suo percorso? Se sì, come l’ha gestita?
La competizione nella scienza c’è sempre, ma è importante non perdere di vista gli obbiettivi. Nel mio campo, la Fragestellung (i.e., la definizione del problema) è la cosa più importante, anche più importante dei metodi (che si imparano). Porsi la domanda giusta facilita tutto il resto. Non bisogna concentrarsi troppo sul lavoro degli altri.
Ha dei rimpianti pensando alla sua carriera? Ci sono progetti, interessi o collaborazioni ai quali avrebbe voluto dedicarsi ma che ancora non è riuscito ad approfondire e che magari le piacerebbe sviluppare in futuro?
Ho molti rimpianti, ma nessuno che non mi faccia dormire la notte. Non ho ancora portato un farmaco a registrazione. Se riuscirò in questo intento, mi sentirò realizzato.
Da dove trae nuovi stimoli e nuove idee per il suo lavoro e come sceglie le tematiche e i problemi cui dedicarsi?
Ho la fortuna di lavorare su progetti importanti e “chiari” (i.e., come curare un certo tipo di tumore) e, soprattutto, di lavorare con persone di eccezionale valore. Mi tengo giovane perché lavoro con giovani bravissimi. Inoltre, ho sempre fatto sport. Anche mia moglie e’ sportiva e ci sproniamo a vicenda.
Le tematiche di ricerca coincidono con le patologie che proviamo a curare.
In che direzione pensa stiano andando l’università e la ricerca scientifica italiane? Quali pensa che siano i loro punti di forza e di debolezza, anche rispetto alle altre realtà internazionali che ha avuto modo di conoscere?
Posso solo parlare per il mio settore (“Medicinal Chemistry”, “Pharmaceutical Biotechnology”).
In Italia abbiamo ragazzi di eccezionale valore, ma che hanno bisogno di buoni maestri e di buoni progetti. La ricerca la facciamo a Zurigo (nella Philochem, società che è parte del gruppo Philogen), la maggior parte dei miei collaboratori sono Italiani emigrati in Svizzera. Ho comunque avuto allievi da tutte le parti del mondo, molti dei quali sono diventati professori o hanno avuto successo nell’industria (o hanno fatto entrambe le cose)
Sono tornato a vivere in Italia con la quotazione della Philogen. Passo 2/3 del mio tempo in Italia e 1/3 in Svizzera.
Ho idee molto chiare su cosa cambierei in Italia, sia nell’università che nella ricerca scientifica. Se mi invitate per una seconda discussione, parleremo solo di quel tema.
C’è qualche personaggio, anche non più in vita, che le piacerebbe incontrare e perché? Cosa gli chiederebbe?
Per la scienza, mi piacerebbe incontrare Paul Ehrlich e parlare con lui di chemioterapia e di Zauberkugeln.
Ma la mia vera passione è Gioachino Rossini: darei tantissimo per poter andare indietro nel tempo e discutere con lui di opera. Studiare le sue partiture è un modo di parlare con lui, in maniera indiretta.
C’è qualche consiglio che darebbe a un giovane normalista su come muoversi nel mondo di oggi? A cosa prestare particolare attenzione, e da cosa non farsi distrarre? C’è qualche lettura, spettacolo, film, attività, etc. che è stata importante per lei e che gli consiglierebbe?
Darei tre consigli molto semplici:
• cerca di lavorare su un progetto importante e che ti piaccia;
• cerca di imparare dal migliore al mondo in quel campo;
• non rinunciare ad avere una vita bilanciata (e.g., affetti, hobbies, sport, altri interessi).
La Scuola Normale a Firenze: la Classe di Scienze Politiche e Sociali
“Non sapevo ci fosse la Normale a Firenze!”. Con grande sorpresa di molti, infatti, la Normale ha una sede anche a Firenze e, per di più, una Classe di Scienze Politiche e Sociali. Ironicamente e non, ci è capitato molto spesso di doverlo specificare e chiarire, quando ci veniva chiesto. Le parole che seguono si pongono questo preciso compito: spiegare meglio chi siamo e cosa facciamo alle persone che ci conoscono di meno, sono incuriosite all’idea e ritengono che lavorare per una maggiore integrazione tra il polo pisano e quello fiorentino della nostra Scuola possa portare giovamento, novità e stimolo a tutte e tutti noi.
Il polo fiorentino, nato nel 2014, diventa Classe nel 2019 introducendo anche il corso ordinario e affiancando le due Classi di Lettere e di Scienze che, tradizionalmente, costituivano il corpus della Scuola. Il corso, per il momento, è unicamente biennale e si configura dunque come un corso di natura specialistica particolarmente adatto a neolaureate/i triennali che vogliano approfondire lo studio dei processi politici e sociali e nutrano interesse per la ricerca. Bisogna specificare, infatti, che le allieve e gli allievi del corso ordinario della nostra Classe sono sei per ciascun anno (fino allo scorso anno erano quattro) e rappresentano dunque una parte piccola della Classe, mentre il corso di perfezionamento (due, sino allo scorso anno, di cui quello in Transnational Governance in collaborazione con la Scuola Superiore Sant’Anna) possiede numeri ben maggiori. Quanto detto rappresenta da una parte un vulnus, perché il corso ordinario ha sofferto il fatto di vivere all’ombra del corso di perfezionamento e non esser riuscito a sviluppare sin da subito un preciso profilo, dall’altro rappresenta però una fonte di stimolo per le allieve e gli allievi che possono partecipare ai corsi dottorali e interfacciarsi con i tanti allievi/e internazionali che il PhD accoglie su Firenze. Nel tempo è stato richiesto, dalle varie generazioni di allieve e allievi, proprio di lavorare sul primo punto e creare uno specifico profilo del corso ordinario, che possa giovare della maturità e attenzione alla ricerca del corso di perfezionamento, senza esserne pienamente assorbito. Il polo fiorentino si arricchisce anche del centro di ricerca sui movimenti sociali “Cosmos” e dell’Istituto di Studi Avanzati “Carlo Azeglio Ciampi”, centro di ricerca interclasse con approccio interdisciplinare. Il profilo del corso ordinario ha dunque tra i suoi assi portanti gli studi sulla democrazia e i movimenti sociali, che derivano come detto dalla convergenza con il corso di dottorato e del centro di ricerca “Cosmos”, ma possiede anche prospettive di studi e ricerca di politica comparata, comunicazione politica, politica economica, politiche sociali, sociologia del lavoro, disuguaglianze, relazioni di genere, migrazioni, innovazione tecnologica e sostenibilità ambientale e sociale, con una forte attenzione alla metodologia delle scienze sociali.
Rispetto a qualche anno fa, sono stati fatti diversi passi in avanti per migliorare il nostro corso ordinario e tentare di risolvere i problemi che si sono presentati. Molto è stato fatto, molto è ancora da fare. Mi auguro che continui ad esserci la volontà comune di far crescere il corso ordinario della Classe di Scienze Politiche e Sociali che, dal mio punto di vista, può avvenire tramite una maggiore integrazione con la sede di Pisa. La forza della Scuola risiede nel suo essere non un luogo ma una comunità, tuttavia il senso di appartenenza alla comunità passa anche tramite il frequentare gli stessi luoghi, perciò penso che partecipare ai tanti eventi culturali messi a disposizione dalla Scuola, alle lezioni, ai seminari e ai convegni su Firenze e Pisa possa aiutare in questa direzione. Sono molto contenta di aver ricevuto entusiasmo e voglia di partecipazione quando ho contattato alcuni degli alumni e delle alumnae della nostra Classe, ma anche allievi e allieve. Se c’è questa volontà, ritengo che con il supporto della Scuola sia possibile pensare di coinvolgere generazioni diverse di allieve e allievi passati per i corridoi di Palazzo Strozzi e Palazzo Vegni, e creare una rete sempre più solida.
Ciò che maggiormente è apprezzabile della Classe credo sia l’approccio alle scienze sociali e alla cosa pubblica non in senso acritico e distaccato, perché uno scienziato sociale non deve forzatamente o compiutamente esserlo. E questo vale anche per l’attenzione che la nostra comunità tutta deve continuare a dare, rispetto ai cambiamenti del tempo che viviamo, affinché non passino indifferenti sotto i nostri occhi ma ci spingano a prendere posizione nel dibattito politico e culturale, per trasmettere valori e ideali che caratterizzano la Scuola Normale.
Grazie
Ludovica Marciano – alumna ed ex rappresentante del corso ordinario della Classe di Scienze Politiche e Sociali
Notizie in breve da Pisa
Il 15/16 Febbraio in aula Mancini si terrà l’ormai consueta “24h di biliardino”, nel prossimo numero de “Il Chiostro” troverete la storia di questo appuntamento annuale giunto ormai alla 15-esima edizione
Aggiornamenti sulle attività dell’Associazione
Domenica 26 gennaio si è tenuto a New York il primo incontro locale dei Normalisti, i numerosi convenuti hanno rivissuto insieme gli anni pisani e non vedono l’ora di ripetere l’appuntamento!
Martedì 28 gennaio si sono riuniti invece i numerosi normalisti Zurighesi, anche in questo caso si è registrato un ottimo livello di adesione e i partecipanti hanno già organizzato un gruppo WhatsApp per rivedersi presto!
Prosegue la ricerca di volontari che facilitino l’organizzazione della reunion prevista per sabato 11 ottobre 2025, per semplificare l’organizzazione, anziché focalizzare l’evento sui normalisti diplomatisi in anni multipli di 5 abbiamo deciso di focalizzarci sui normalisti entrati in un anno multiplo di 5; se rientrate in questa categoria fatevi avanti!
Il secondo numero de “Il Chiostro” ha riscontrato una buona accoglienza portando gli abbonati a superare quota 150. Ciascuno di voi è caldamente invitato a inoltrare questo numero ad almeno un normalista, sia per riallacciare i rapporti sia per offrire a tutti la possibilità di rimanere aggiornati!
Se non siete ancora iscritti, vi invitiamo a completare l’iscrizione a questa newsletter per assicurarvi la ricezione di tutte le prossime pubblicazioni e per aiutarci nello sforzo di rilanciare l'associazione:
Scriveteci suggerimenti in vista dei prossimi numeri e per condividere i vostri ricordi degli anni trascorsi in Normale! Potete rispondere a questa mail o scrivere all’indirizzo di posta elettronica ilchiostro@normalisti.sns.it
Il Chiostro è una newsletter di informazione dell’Associazione Normalisti. Alla realizzazione di questo numero hanno collaborato: Alessio de Giuseppe, Lorenza Graglia, Marco Ioffredi, Alessandro Maserati, Giovanni Zagni.